mercoledì 15 marzo 2017

da bangkok a ko si chang.

Un viaggiatore siede su una spiaggia e pensa che certe magie non le vivrà più, che non si può essere giovani per sempre, che prima o poi il treno tira il freno e fa scendere tutti. Si torna a casa. Ma gli occhi del viaggiatore spostano i mappamondi, mettono un Isola sopra una strada trafficata e creano alberi al posto di palazzi, non riescono a chiudere la porta finché intravedono un piccolo bagliore di luce entrare da fuori.Come quando si mettevano i fiori sui cannoni, si dimostrava che se il mondo andava avanti così non poteva essere per sempre. La fine é il mio inizio diceva un certo scrittore dai capelli bianchi e il sorriso più libero che abbia mai conosciuto. La fine di questo viaggio segna l inizio di uno nuovo, ancora più importante; quello che riparte da un treno speciale: la consapevolezza. Consapevole di ciò che si vuole veramente, ovunque ci si trovi, se si diventa consapevoli si può volare leggeri sopra i pensieri, sopra le resistenze al cambiamento, sopra le nostre vite abitudinarie. Questo viaggio è iniziato a Bangkok, girando tra templi, lezioni di yoga e mercati sempre più divertenti ai miei occhi. Dal traffico senza fine mi sono rifugiato nel silenzio assordante della foresta di erawan. Due giorni in tenda, affacciato sul fiume, coperto di verde. Un immersione nelle rocce bagnate dalle cascate, nei sentieri che circondavano un parco naturale intatto e vivo. Dopo questa rigenerante pausa sono andato a conoscere la piccola kanchanaburi, una città con risorse turistiche ma con la tranquillità, la vita semplice e autentica dei villaggi. Si gira comodamente in bici, ospitale, con la campagna intorno al fiume, campi di riso e sorrisi ad ogni vicolo, ad ogni incrocio, ad ogni incontro. Si respira ancora il dolore della guerra, si sentono ancora le grida dei prigionieri trasportati da un treno della morte che ora passa sereno e lento sul famoso ponte che pesta i piedi al grazioso fiume Kuwait. Viaggiare sul treno è un esperienza da vivere. Appena si parte emoziona sentire i canti e vedere le bandiera in festa, come a dire che quel treno della morte oggi é il treno della vita, della libertà. Si respira aria di festa, famiglie con bambini ti salutano felici come se fossi tu l eroe venuto a liberarli. Le fermate sono tutte da fare, villaggi semplici, gente cordiale, anche i poliziotti scattano foto con te, ogni località aspetta questo treno come il senso di una vita. Questa città mi ha conquistato con la sua tranquillità, ci resto volentieri girando in bici di giorno e godendomi la sera il mercato notturno. Visito un bellissimo centro di meditazione ad un paio di ore di bus. Ma l accoglienza è molto più calorosa da parte dei partecipanti al corso più che dagli insegnanti. Non ci sono interpreti quindi non sono il benvenuto per restare. Decido di andare a sanghlapuri. Piccolo villaggio sospeso tra villaggi mon e lago, a due passi dalla Birmania, rilassato, dove influenze mon birmane e altre tribù di montagna convivono serenamente tra templi mercato e centri di volontariato per cani, bambini, donne single. É un villaggio che mi innamora. L incontro con le famiglie mon, fare colazione con loro, ascoltare le loro storie di rifugiati dalla dittatura in Birmania, i bambini che giocano in strada, le donne che ti colorano il viso, l accoglienza festosa, seguirli e insieme a loro portare cibo ai monaci, dopo aver visto l Alba dal ponte che conduce a questo magico e fermo mondo, che trascorre lento e felice il loro tempo vissuto senza nessuna ansia. Ti offrono frutta al mercato, ti invitano a sederti con loro, ti fanno montare su qualunque mezzo se ti vedono a piedi e solo, e non chiedono mai nulla. Accarezzano e nutrono cani che vivono in strada o in centri dove Angeli del volontariato ogni giorno li curano con un amore che ancora mi stringe il cuore. È un mondo a parte, molto spirituale e allo stesso tempo un esempio di convivenza pacifica e gentile. Me ne vado molto affascinato e toccato nella mia sensibilità, con tanta voglia di tornare ad aiutare queste anime così generose e affettuose. Scelgo di finire i miei giri in una Isola a due ore da Bangkok: ko si chiang. Isoletta tranquilla, meta dei vacanzieri thai nel fine settimana. Selvaggia, affascinante natura che circonda il mare, calma, molto ospitale e semplice. Arrivo qui e dopo una giornata di bagni sento il bisogna di placare la mente dagli spostamenti di corpo e pensieri, mi fermo una settimana in un tempio buddista dove si insegna la meditazione vipasssana e si vive la vita amonastica. L impatto non è dei migliori: sveglia 3,30, canti, meditazione, lavori, pranzo alle 11 e poi niente più. Ore 21 si spegne la luce. Stop. Sentivo di non farcela, ero stanco. Poi conosco il monaco che qui chiamano 'maestro'. Mi fa vedere libri, video, mi sorride e mi fa capire che non c e nient altro da sapere. È tutto qui. Semplice: medita quando lavori, quando fai i piatti, quando annaffi le piante, quando fai vetri, bagni, il tempio, quando spazzi le foglie e quando respiri. Non smettere mai. Cammina e medita. Guarda i tuoi piedi, senti il tuo corpo. Era chiarissimo, ma per niente facili tramutarlo in pratica. Infatti, lavorando, mi sono ferito per distrazione e la monaca mi ha osservato dicendo: tu neanche quando bevi il succo di mela sei sul succo, sei sempre altrove. Un bel montante sul mento del mio Io sempre carico di aspettative. Illuminante. Ho posato le abitudini, le ho sostituite con la libertà. La mente, una volta sgombra, ti fa sentire il respiro spostare i capelli, i piedi muovere i sassi, il vento bussare alla porta. Ho meditato nella grotta, in una stanza con un corpo di una persona morta al mio fianco, nel tempio, camminando su sentieri di sassi, ho percepito il mio equilibrio in un soffio di marciapiede, ho gioito dei canti che prima ritenevo insopportabili. Ho gioito del silenzio e soprattutto ho capito che se non abbandoniamo i nostri attaccamenti non riusciremo mai a guardarci da lontano. Il vuoto che qui si ostinano a insegnare é un traguardo affascinante. La monaca, lavorando con me, mi mostra l impermanenza delle cose facendomi vedere il vetro che dopo le mie pulizie tornava pulito, ma sarebbe tornato sporco, e così via. Poi, con un sorriso divertito dissacrante e scanzonato mi ricorda: Valerio, noi tutti muoriamo. Dobbiamo morire. Il nostro corpo cambia in continuazione. Fino a sgretolarsi. Dobbiamo accettarlo." Lei si gira, felice come se mi avesse detto: la morte è bella!! Io resto un po di minuti a fissare il vetro, in effetti la polvere stava già tornando. All' Alba, mentre tutti dormono, io, unico straniero tra i monaci, io vestito di bianco, un faro che dava luce alle loro vesti arancioni ma in realtà erano loro ad illuminarmi. Resterà indimenticabile Camminare con loro, stare in mezzo ai loro passi scalzi e leggeri, un inebriante sensazione di calore e intimità avvolgeva il mio corpo, andare per l Isola a ricevere offerte dalle più umile realtà, signore anziane con vestaglia, sorriso gentile e occhi amorevoli, zuppa in una mano e riso in un altra, è poi bustine sacchetti con dolci frutta succhi, un infinita generosità da chi ha pochissimo. Un abbraccio tra i monaci e la gente, in una strada buia e silenziosa in attesa dell'alba. Un mondo conosciuto andando piano, a piedi nudi, tra le case e le botteghe, le sedie messe apposta per attendere i monaci, un attesa vissuta tra una risata e l' altra con la vicina, unite in un rito che avviene tutte le mattine della vita, alle 5,30. Ho avuto il privilegio di essere solo con il maestro, solo io e lui a ricevere offerte. È stato come camminare dietro una luce che illumina la strada più di mille lampioni. Un fare rilassato e pacioso, sereno nella postura e nei passi, colmo di beata grazia. Mentre rientriamo veniamo accolti dalla magica luce dell'alba, un angolo di luce mistica che mi fa incantare lo sguardo sul maestro che apre la porta del tempio. Un primo approccio non dei più felici mi ha fatto poi entrare nella vita del monastero piano piamo, sentendomi poi parte di un mondo genuino calmo attento e profondamente sereno, spirituale nel senso più felice del termine. Il pallone regalato dalla signora in cucina, il libro di meditazione che il monaco ha voluto portassi con me in Italia, i pranzi vissuti a terra tutti insieme, in circolo, il rispetto di ogni gesto, il ringraziare e l augurarmi buona vita, mi sono sentito in famiglia senza parlare la loro lingua, accolto con una gentilezza che porto nel cuore. A volte, fermarsi é una scelta saggia. Ci fa calmare i pensieri frettolosi e il corpo smanioso di fare. Tornare al proprio se, inchinarsi per guardarsi meglio dentro, fa ritrovare dell'armonia che spesso ci dimentichiamo di possedere. Ultimo bagno prima di tornare alla realtà occidentale, moderna, che corre stando al telefono per paura di non stare al passo, senza però mai chiedersi dove ci sta portando quel passo e se é una strada e una vita che abbiamo davvero scelto. Il viaggiatore si addormenta su una isolata spiaggia sognando di poter continuare a condividere emozioni e gioie anche a casa.
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lunedì 13 marzo 2017

un viaggio chiamato amore

lui non ne voleva sapere più dell amore. preferiva credere che l unico amore che conta è quello universale. quindi il cuore lo fai spostare su altre cose per non pensare a ciò che ti manca davvero per completare una vita vissuta a metà. aveva bisogno di pura e profonda libertà non sapendo che continuava a fuggire. non si fidava più. gli occhi che ti dicono per sempre, mai, eterno, matrimonio, figli, casa.. e poi finiva tutto nel dimenticatoio.. non voleva più vederli. Aveva bisogno di viaggi, solitudine, semplicità, libera vita amando ogni singolo momento di libertà, amicizia, birre, viaggi, sport, camminate senza sentire il telefono, senza guardare ore, senza aspettare nessun messaggio. La vita é bella ovunque, non ci si può più fermare su una persona, era limitante, il mondo è grande e va amato tutto, in ogni sua forma, con gentilezza curiosità scoperta e compassione per tutti gli esseri. Ormai era questa la sua unica visione dell amore. Non più "due", chiusi nel proprio mondo, ma " uno" che lo abbracciava tutto. Poi un giorno incontra dei capelli ricci liberi al vento che lo fanno uscire fuori dalla finestra con la testa. Non ci voleva credere. " no, non può essere, non ce la faccio." Ci sono energie che non le controlli, superano intere valli, sono fiumi che scavalcano foreste, ponti, case e palazzi. Ti trovi dentro ciò che ti spaventava e da morire e ti senti rinascere. É come dopo un bagno che aspetti da tutto l inverno. Ti tuffi, esci con la testa dall'acqua e ti ricordi quanto è bello il mare. Lei non era convinta. Aveva anche lei i suoi fantasmi, i suoi muri da abbattere, non riusciva più a vedere le stelle oltre le nuvole. Pensava che prima poi il sole sarebbe calato, la pioggia sarebbe caduta più forte di prima. Lui invece, aveva ritrovato la forza di crederci e quindi insiste per farla sorridere di nuovo. Il primo bacio incontra il pontile di Ostia, si appoggia su un lettino e finisce coperto di sabbia e stelle cadenti. Sembra un sogno, ma a lui tornano le paure e fa marcia indietro. Lei pensa che ha sbagliato a fidarsi, ancora una volta. Passano giorni interminabili per entrambi. Lui non sa che fare, come riprendere ciò che aveva perso e desidera più di ogni cosa. Trova forza in un trenino che lo porta al mare e la fa chiamare per chiederle di crederci ancora. Ci vorranno giorni di parole gesti e coraggio per smontare la corazza che lei aveva di nuovo montato. Lui sentiva di aver riportato sul cavallo la sua principessa. Vivono mesi di gioia infinita. Lei parte sola per il Cile, é anima libera e viaggiatrice come lui, ci sono angeli con le ali che scelgono chi fare incontrare. Ma i due non si perdono, si conquistano. Passano momenti stupendi insieme.. fino a trovarsi sulle labbra parole che non pensavano di poter più dire. Festeggiano  il nuovo anno, fanno i primi weekend insieme, visitano posti, si incontrano e poi si scontrano. Lui inizia a tremare, non sa dove sta andando, è più grande di lei, si sente diverso, con altri obiettivi. Lei cerca di farlo riflettere, ma non ci riesce. Lui é entrato in un buio cieco, un tunnel senza luce ne via di uscita. Poi accade che decide di partire. Ma non riesce a fare il biglietto fino a quando non ha ascoltato fino in fondo cosa ha da dirgli il cuore: vai, cammina, ma poi torna. E  porta con te, ovunque andrai, la tua metà perfetta. Questo ha fatto la storia. Una splendida storia di un uomo in viaggio che scopre se stesso e nello scoprirsi trova nel suo cuore un tesoro mai conosciuto prima: il vero amore. Sono 7 mesi solo che camminano insieme, ma sembra abbiano girato il mondo. Non si nascondono più: oggi si rivelano per ciò che sono veramente l uno all altro, e questo li rende perfetti, unici, e chi li guarda resta sorpreso da questa magia. Hanno scoperto attraverso questo viaggio di essere dalla stessa parte, di avere una mano legata all'altra, di essere sullo stesso scalino del cammino per arrivare in cima. Hanno trovato nella distanza una ricchezza che non avrebbero mai sognato, una distanza che ha fatto crescere un amore impaurito di vivere libero. Mi viene in mente una frase di Silvano Agosti: "Scopri la vicinanza attraverso l amore di ciò che é lontano." A me questo viaggio ha consegnato la gentilezza dei villaggi, la natura dei boschi, la storia dei treni costruiti sul fiume Kuwait in tempi di guerra, la saggezza dei monaci, la magia degli incontri casuali, i letti per terra senza acqua ma col calore delle famiglie thailandesi, il mare e la foresta.. ma soprattutto mi ha consegnato la mano di chi mi stava aspettando quando ancora non ci conoscevamo. L' amore abbatte ogni barriera, che sia paura, età, differenze, obiettivi. Un cuore innamorato é una fortuna per il mondo, perché ha un tesoro dentro da condividere con gli altri. Se ci credi davvero, se hai coraggio di fare il salto oltre te stesso, scopri che la strada per la felicità é dentro il tuo cuore.  Oggi, quei due, stanno camminando insieme anche quando non si vedono.

domenica 12 marzo 2017

a piedi per il mondo

Ti trovi nel giro di un giorno scoperto improvvisamente  non solo dei tuoi vestiti ma di tutto ciò che ti porti addosso ogni giorno. Un senso di liberazione come quando metti in lavatrice i panni sporchi. Stai fermo sotto la luce del sole e capisci quanto sia da ringraziare un tramonto così. Solo.senza niente. In pace. Ti siedi, chiudi gli occhi e il silenzio fa tutto il resto. Non devi fare nulla per essere felice. Solo sentirti. Puoi arrivare sulle più alte vette dell' Himalaya e capire che il viaggio più coraggioso e affascinante che vale una vita intera sta dentro di te. È lì che  devi scavare, attraversare mari e scalare montagne. Se trovi il giusto volo puoi arrivare nell' isola che hai sempre sognato senza muoverti. Metti le scarpe giuste, svuota lo zaino con dentro tutte le tue paure, aspettative, condizionamenti  e abitudini, sentiti vuoto, leggero, libero. Solo allora potrai iniziare a camminare. Senza meta. Perché é già dentro di te quello che hai sempre cercato. Il  mondo più importante da esplorare sei tu. Ascolto Alice di de Gregori e mi lascio dondolare da questo mini van che attraversa campagne villaggi paesi fuori dal tempo e dalle nostre concezioni. Abbiamo dimenticato la vita comune e qui vivono legati l uno all altro. Noi siamo diventati persone separate, felici solo se il nostro ego viene bombato di illusioni, soldi, violenza, guerra, disinteresse generale verso cultura, l altro, l educazione, la spiritualità, la gentilezza amorevole. Il proprio orticello come unico mondo da difendere. Dimenticando una verità fondamentale: che siamo uniti l uno all altro, come fratelli di una sola famiglia giunta qui con lo stesso identico scopo: essere felici. Sempre banale, ma capire questo smonterebbe un intero sistema più di qualsiasi rivoluzione. Di esempi meravigliosi di società possibili li abbiamo avuti in recenti passati, quando giovani hippy, santoni, artisti, scrittori, poeti, decisero di vivere insieme, da un capo all' altro del mondo senza nessun social per comunicare. Ora ci scambiamo mille informazioni.. ma dimentichiamo di scambiarci amore. L Asia mi insegna ancora una volta che la semplicità, la lentezza e la genuina condivisione sono le poche cose che veramente contano per dare un senso nobile e alto alla nostra esistenza. Il sorriso non solo distende e libera ma sprigiona la migliore delle nostre energie. È pura rivoluzione se sincero, spontaneo, felice e libero. Molti dicono che l amore allontani da se stesso. Io in questo ennesimo viaggio in Asia sto vivendo il contrario. l'amore ti riconduce dolcemente a te stesso. anche se il tempo scorre senza chiederti il permesso, l'amore ti riporta ai pochi semplici e fondamentali sogni da bambino. La persona che ha stregato il mio cuore è a Roma ma è come se stesse in Asia con me viaggiando tra emozioni e scoperte. Sarà che ha saputo capirmi, aspettarmi, prendermi e amarmi, coi tempi giusti, senza mai pressarmi ne chiedermi nulla. Sarà che ha capito accettato e amato la mia natura solitaria e viaggiatrice comprendendo che allo stesso tempo sono innamorato e felice di vivere la vita al suo fianco. Sarà che anche lei come me, ama le bellezze della vita, che siano fotografate da uno scorcio di un piccolo Borgo antico o da una terrazza sul mare, ama emozionarsi e curiosare, viaggiare senza programmare, divertirsi con poco, senza bisogno di super telefoni, sfrenato consumo o speciali maschere alla moda per coprire cosa siamo. Sarà tutto questo e molto di più ma la verità fondamentale é che mi sta insegnando l amore. Perché l amore vero ti fa crescere e diventare migliore. Ti fa diventare te stesso. Grazie alla forza dell'amore riesci a superare i tuoi limiti difficoltà e paure con la stessa facilità di un onda sopra una montagna di scogli. Un vero viaggiatore cerca se stesso più che bellezze interminabili, la libertà dai condizionamenti e la verità ultima. E questo viaggio lo potrei chiamare un viaggio di esplorazione scoperta e profondo amore. Per la vita, per gli altri, per se stesso, ma soprattutto per la metà che completa il cerchio perfetto della mia vita. Perché come dice Tiziano Terzani, mio maestro spirituale: "l’universo è l’armonia degli opposti,
perché non c’è acqua senza fuoco,
non c’è femminile senza maschile,
non c’è notte senza giorno,
non c’è sole senza luna…"

la felicità sei tu.

esiste un giorno nella vita di ognuno che riesce a rovesciare tutto quello in cui hai creduto fino a quel momento.
capita a tutti. ma non tutti se ne accorgono. 
a volte è un momento di fortuna, chi la chiama energia, fato, destino, Dio.
io credo semplicemente che esiste una strada perfetta costruita apposta per ognuno di noi. a volte ci può volere una vita intera per intravederla e non ne basta una per percorrerla. ma prima o poi, si affaccia davanti ai nostri occhi.
sta solo noi fare una scelta: si o no, vita vera o vita ordinaria, felicità o non felicità. Semplice, è tutto li. coraggio o paura, buttarsi o restare appesi. una vita intera!!
oggi mi accorgo che un viaggio può significare rimettersi in pista sulla strada che ci è stata assegnata. la paura gioca dei tranelli pericolosissimi, è astuta, ti cammina a fianco, ti respira e appena può ti mangia l' energia.
appena fai il salto, lei se ne va e ti lascia vivere.

Un giorno ero in libreria per fare un regalo ad una persona speciale. doveva partire per Santiago di Compostela.. cosi le ho preso una piccola guida tascabile.
raggiungo i miei amici al pub e, nel momento migliore della seconda pinta,  dico a tutti: niente piu india, faccio il cammino di Santiago!
il coro del gruppo sembrava piu compatto di uno lanciato da una tifoseria organizzata: seeeeeeeee!!!!!
non ce la fai, devi prepararti, ma perchè? sono troppi km, le gambe non reggono, chi te lo fa fare!
quando parti lasci a casa la vita che ti sta stretta. il viaggio inizia quando butti alle tue spalle quello che non vuoi piu essere.
quando sono arrivato in spagna la prima sensazione è stata quella di non sentirmi parte di un cammino condiviso, i primi incontri mi mettevano a disagio perchè non mi sentivo ancora un pellegrino come loro.
a pochi passi dalle nostre case, mentre proseguono le nostre esistenze dentro un quotidiano senza piu domande nè risposte, ogni giorno dell'anno  persone di diversa età, ceto sociale, vissuto poltico religioso e culturale camminano, si aiutano, condividono e donano sorrisi a chi incontrano.
il cammino di santiago è una passeggiata in mezzo al fango, tra sterminate vallate, distese di verde lussureggiante, sole sulla testa, cerotti sulle dita, incanto negli occhi. ogni incontro è un libro da leggere, ogni distanza ti ricorda quanto sia prezioso il tempo, la solitudine ci ricorda a stare con noi stessi, ogni persona una storia assetata di condivisione.ogni sorriso una lezione di sconfinata felicità.in un attimo ti accorgi che la vita può sconvolgerti a 20 come ad 80 anni!
la semplicità è il piu grande insegnamento che ho avuto da questo esercito di scarponi sui piedi e zaini sulle spalle il cui unico peso che portano è quello dei propri sogni.
mi sveglio, cammino, mi fermo, bevo acqua, incontro, mangio, dormo, condivido. noi non siamo piu abituati a fare nuove conoscenze, l'altro ci passa accanto ogni giorno ma neanche lo guardiamo, talmente presi dai nostri orologi e dai nostri sms, non capendo che persona che ci sfiora potrebbe essere un nostro insegnante di vita, oppure un fratello nel cammino che intraprendiamo.
Vengo ospitato da gentile accoglienze come oratori case e chiese che permettono ai pellegrini in viaggio di riposarsi, avere un pasto caldo e conoscere. Che è poi il senso di tutto: l'essenziale camminando lo respiri stando a contatto con le piccole cose, che sono le piu vere.in uno di questi posti mi ha colpito una scritta: "lascia cio che puoi, prendi ciò che ti serve."  Ora, un gesto del genere non capita tutti i giorni, sopratutto in una società come la nostra, dove se rubi meriti rispetto e se vivi onestamente sei costretto a sudare ogni secondo vivendo preoccupato per i tuoi figli. se chiedi aiuto ad una banca ti strozzano per la vita intera e ti manacciano la casa e la salute! li ti aiutano senza chiederti niente. In cambio ti dicono solamente: viaggia, sorridi sempre, non  dimenticare mai di essere felice.
I volontari conosciuti lungo la via sono un mondo che commuove: dalle giovani coppie americane arrivate fin li solo per aiutare i pellegrini fino alle volontarie danesi in pensione, tutte con lo stesso spirito di fratellanza!
una delle volontarie una sera dopa cena e davanti ad un bicchiere di vino, accarezzandomi la spalla mi fa: vai alla cruz de Hierro, porta con te una pietra, scrivi ciò che ti senti e poi lascia tutto li. Insieme alla pietra lascia tutti i pesi che ti porti da casa, lascia. Ti sentirai molto meglio!
quando arrivo trovo una vita affascinante! solitudine, vento, nebbia e tante pietre appoggiate sotto la croce: mi siedo, resto in silenzio e ascolto questa natura che mi accarezza il viso. Sulla pietra ho scritto ' gratitude', la lascio, guardo il cielo invaso dalle nuvole e ringrazio la vita per avermi fatto conoscere il mondo e me stesso!
durante questo cammino ho avuto difficoltà per i dolori fisici e sono riuscito a superarle  grazie all'aiuto dei compagni di viaggio e alla mia disperata voglia di andare oltre il dolore. Il cammino di Santiago è un pò la metafora della vita: cammini, sudi, fatichi e provi con il meglio di te stesso ad arrivare fino in cima per toccare con mano il senso di tutto: Il Santo, ovvero il cuore delle cose, vederle con occhi nuovi, liberi. " attraverso le difficolà si raggiungono le stelle."
la notte prima di Santiago ho chiesto ai miei compagni di viaggio cosa li avesse spinti fino a li cosa avevano trovato. quelle risposte sono ancora un monito per ogni mia giornata.
Quando sono arrivato ricordo come fosse ora il suono magico dell corna musa, mi sono sdraiato in mezzo alla piazza ed ho ammirato il famoso cielo stellato che incantò i pellegrini che dovevano scegliere dove porre il Santo Giacomo: Campo di stelle- compostela!
Sono entrato in chiesa, ho cercato il Santo, mi sono seduto vicino a lui e siamo rimasti un ora in silenziosa compagnia. Lo ricordo come il tempo più prezioso della mia vita, ho conosciuto la beatitudine e una sensazione di pace che ancora brilla nei miei occhi.
Ho assistito insieme agl altri del gruppo al Botafumeiro, il famoso rito ormai un pò troppo turistico che carica di magia e avvolge di misticismo la maestosità della chiesa.
anche se dispiace per la logica di business associata a questa tradizione, mi ha emozionato condividere con gli altri questa esperienza di vedere sopra le nostre teste il più grande incensuere del mondo!
La persona a cui ho regalato la mini guida è la persona che ha condiviso piu di ogni altro con me questa esperienza. abbiamo camminato insieme, anche essendo a pochi giorni di distanza. A volte, anche da lontano, si può proseguire mano nella mano. Devo ringraziare lei per avermi fatto vivere questa esperienza, per avermi fatto conoscere me stesso, ma sopratutto per vermi fatto conoscere lei! nel mistero dei suoi occhi ho potuto leggere quanto fosse prezioso per lei andare a conoscere, e conoscere se stessa.
quando siamo tornati a Roma abbiamo deciso di continuare a camminare iniseme.. nella vita di tutti i giorni.
L'essenziale è invisibile agli occhi, l'unica strada da percorrere passa sempre attraverso il cuore e porta tutti allo stesso paese: l'amore.